Walking tour alla scoperta di alcune curiosità del “Quartiere della Vittoria” fino ad arrivare all’Olimpo greco sulle sponde del Tevere!

 

 

 

Una passeggiata alla “ri”scoperta di un quartiere della nostra amata Capitale: inizieremo spiegando il motivo per cui il Quartiere Della Vittoria non sia un Rione, come – nello stesso tempo – spesso esso venga erratamente definito con l’espressione di “Delle Vittorie”, o, addirittura, confuso con il Rione Prati!

Negli anni Trenta tale zona – sul lato sinistro del Tevere e sotto Monte Mario – fu oggetto di una sistematica ristrutturazione urbanistica accompagnata da un’oculata scelta per la toponomastica. Un unicum della neo Capitale in costruzione fu la pianificazione razionale di una zona preposta all’attività fisica, poichè le discipline sportive iniziavano ad essere esaltate e promosse anche al popolino (vedi la presenza delle palestre nelle nuove scuole pubbliche, nonchè il Foro Italico).

 

 

 

I nuovi eroi divennero i campioni del pugilato, del ciclismo, del nuoto, della scherma, dei motori e del calcio: attraverso le loro vittorie il popolino aveva bisogno di sognare un “primato italico” anche nelle discipline olimpioniche, non solo attraverso i primi divi del cinema e dell’avanspettacolo.

 

 

 

Il benessere psicofisico veniva esaltato – anche attraverso la pubblicità sulle riviste e nei poster- , sfruttando la bellezza ideale rappresentata nella statuaria greco-romana. Lo sport, infatti, era considerato preludio alla maggiore “sanità” della gente che, spesso, viveva in condizioni di precaria igiene nelle baracche delle borgate pasoliniane.
Ma l’attività fisica era anche considerata una disciplina da curare come prefigurazione alla formazione del perfetto militare che veniva paragonato al soldato spartano… .

Ed è così che la valle sotto Monte Mario – eletto neo-Olimpo greco– venne bonificata ed interessata in brevissimo tempo (1928-’32) dalla costruzione dello Stadio dei Marmi (dal 2013 “Pietro Mennea” ) all’interno del Foro Italico, tutto su progetto di Enrico del Debbio.

Il tricolore italiano era assicurato dal verde dei pini di Roma, dal rosso pompeiano delle mura dell’ Accademia fascista maschile di educazione fisica (edificio ad ” H”) e dal bianco del marmo di Carrara; mentre le 64 statue bianche vennero donate da alcune Province della neo Monarchia Sabauda che si trovava, dopo secoli, ad unire l’Italia.

 

Una decennale damnatio memoriae ha lasciato andare in rovina i meravigliosi mosaici pavimentali che – come nei tappeti musivi del sito archeologico di Ostia Antica – ancora oggi accompagnano il visitatore nel Viale dell’Impero dal Monolito di Mussolini (m17,40) allo Stadio Olimpico.

 

 

 

Foro italico roma obelisco immagini e fotografie stock ad alta risoluzione - Alamy

I MOSAICI del foro mussolini

Tale meraviglia possiamo ammirarla in uno dei miei tour:

https://touraroma.it/family-tour/

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