La festa della mamma è una delle più amate ricorrenze civili dell’anno.

 

Ogni seconda domenica del mese di Maggio, anche in Italia, celebriamo le tante donne-mamme che, silenziosamente e costantemente, donano ai propri cari (figli, figli adottivi, figli con disabilità; mariti e compagni; parenti anziani, amici) ciò che hanno di più prezioso e che costa loro impegno e fatica: esse regalano – 365 giorni l’anno – il loro amore, attraverso il tempo, illimitato, che trascorrono con chi è accanto a loro.

Materia: mater (latino), madre (italiano), mother (inglese), mutter (tedesco), mère (francese), mamà (spagnolo), mama (russo), mae (portoghese), matka (polacco), moeder (olandese), ‘um (arabo).

Tale vocabolo è forse la prima parola, il primo suono che ogni neonato impara istintivamente. Ogni bimbo riproduce foneticamente queste due sillabe, non per la propria sopravvivenza (per mangiare esiste “pappa”), bensì solamente per ricevere incondizionatamente l’Amore di chi si prende cura di lui. Tutto ciò provoca sorrisi, calore, benessere psicofisico, sicurezza e protezione. I biologi parlerebbero di ossitocina e serotonina.

La madre è da sempre una figura onirica, atavica, ancestrale, indispensabile per la sopravvivenza, dal momento che tale figura ricopre – a volte inconsapevolmente- un ruolo fondamentale nella formazione di ogni individuo, nonchè nelle relazioni sociali.

 

Anche le culture pagane in orgine veneravano divinità matriarcali (Magna Mater, Astarte, Iside, Cerere, Cibele, Afrodite) soprattutto nei mesi primaverili (Maya/Maia= Maggio) o estivi (Juno/Giunone = Giugno), periodi dell’anno in cui, il risvegliarsi della Natura, dava modo di invocare la protezione di tali divinità per la procreazione da parte delle donne stesse, nonchè per la fertilità dei raccolti.

Andando indietro nel tempo, troviamo Astarte presso i Fenici e i Babilonesi, la stessa che verrà poi identificata con la Iside egizia, con l‘Afrodite greca, con la Turan etrusca e con la Venere romana.

Dal sanscrito Maya significa “creazione” e così nella mitologia romana Maia è la madre di Hermes (Mercurio), dea della fecondtà e del risveglio della Natura, o primavera, celebrata ogni I maggio.

 

Ogni 10 aprile, dal 191 a.C., i Romani veneravano appunto la Grande Madre dedicando a tale divinità un tempio sul Palatino; mentre dall’Anatolia – passando per la Frigia – arrivava anche il culto di Cibele, dea che simboleggiava sia la forza creatrice che distruttrice della Natura.

Con l’avvento del Cristianesimo, nei secoli, si portò avanti una damnatio memoriae di tutte quelle divinità che avevano fatto riferimento alla donna-natura, alla donna come soggetto attivo dell’amore e del piacere fisico; alla donna che può far impazzire l’uomo, proprio grazie alla sua avvenenza (confronta, ad esempio, l’episodio di Ulisse e le Sirene nell’Odissea).

 

 

 

               

 

L’unica ricorrenza dedicata alla maternità divenne quella della Madre di Dio, proprio nel mese di maggio: alla Maia pagana si sovrappose la Maria cristiana. E così, il quinto mese del calendario gregoriano, viene ancora spesso definito come il mese “mariano”, mettendo in evidenza la Madonna come Madre di tutti i cristiani.

Ma la  festa della mamma come noi la concepiamo (bigliettini augurali, poesie, doni quali cioccolatini e fiori) ha origini da oltre Oceano e risale alla metà del XIX secolo.

Tale ricorrenza fu proposta, infatti, per la prma volta da Ann Marie Jarvis (Virginia 1854- Pennsylvania 1948) nel 1868, come una giornata dell’amicizia delle madri, per riconciliare le famiglie che avevano combattutto su fronti opposti durante la Guerra Civile Americana (1861-’65). Nel 1870, poi, la pacifista e poetessa americana Julia Ward Howe (New York 1819-1910) istituì il primo “Mother’s Day”che, in poco tempo, fece breccia anche nel Vecchio Continente.

 

   

In Italia, invece, proprio il 24 dicembre del 1933 fu celebrata la Giornata nazionale della Madre e del Fanciullo, nel quadro della politica della famiglia. Tuttavia, tale manifestazione  non può essere considerata come l’inizio della festa della mamma nella nostra Repubblica  (all’epoca dei fatti, Monarchia), poichè si trattò di una celebrazione una tantum.                                       .                   

                                   .                    .

 

 

Tale ricorrenza prese comunque campo in Italia inizialmente l’8 maggio, in concomitanza con la commemorazione cattolica della Madonna del Rosario di Pompei.

Motivi commerciali e religiosi fecero in modo, nel secondo dopoguerra, che maggio venisse collegato alla figura materna. Così, negli anni Cinquanta, mentre a Bordighera si festeggiò la mamma collegandola alla Fiera del Fiore, nel 1957, ad Assisi don Otello MIgliosi (Assisi 1913-1996) si impegnò a celebrare la madre come valenza religiosa.

Tutti siamo consapevoli che ogni madre dovrebbe essere celebrata tutto l’anno, non con doni, ma dedicandole un po’ del nostro – sempre prezioso – tempo.

 

 

Si possono scoprire alcune statue e riferimenti alle divinità sopraccitate (Venere, Afrodite, Cibele, Magna Mater) nei miei seguenti tour:

https://touraroma.it/private-tour/

https://touraroma.it/exclusive-tour/