All’interno di uno scrigno d’arte, possiamo ammirare “Amore e Psyche”, un capolavoro di Jacopo Zucchi.
Unica tela firmata e datata (parte superiore della faretra) dall’artista manierista fiorentino, commissionata per le sontuose nozze tra l’ex cardinale Ferdinando I de Medici e Cristina di Lorena, avvenute a Firenze nel 1589.
Jacopo Zucchi (Firenze 1542- Roma 1596), non solo era celebre per le sue raffigurazioni di soggetti mitologici, ma – stando alle testimonianze del suo maestro Giorgio Vasari – aveva anche stretti rapporti con la famiglia medicea, essendo anche lui fiorentino e avendo già collaborato nelle decorazioni di Palazzo Vecchio e nelle proprietà romane dei Medici stessi, nonchè in Vaticano.
Il dipinto (olio su tela 173×130 cm) – di alta qualità nella resa dei particolari, nell’impostazione della scena e nella scelta dei colori sgargianti – raffigura il momento più tragico di una love story narrata da Apuleio nel famoso testo “Metamorfosi“.
Psyche (letteralmente “anima”), la principessa innamorata di Amore (Cupido, Eros), sta per vedere per la prima volta il volto del suo amato: i due amanti, infatti, si sono sempre dovuti incontrare nelle tenebre per evitare l’ira di Venere, madre di Amore che, invidiosa della bellezza della fanciulla, ostacola in ogni modo la loro relazione.
Ma dalla lampada ad olio sta per cadere una goccia che sveglierà Amore dormiente, illuminerà la scena e scatenerà l’ira di Venere…!
Sicuramente Zucchi aveva letto la favola di Apuleio, poichè l’artista ha raffigurato tutti i particolari descritti nel romanzo latino: la bellezza mozzafiato di Psyche, la lucerna, la freccia con cui la Amore si era perdutamente innamorato della nobile fanciulla dalla straordinaria bellezza. Ma il pittore fiorentino crea anche una raffinata scenografia: dalle spesse tende di color rosso (allusive ad un’alcova?) al cagnolino, simbolo di fedeltà; dal vaso di fiori – opportunamente collocato per coprire le pudenda del giovane – alla lunga e pregiata catena-collana di perle e pietre preziose (Opificio delle pietre dure di Firenze…) che cinge e valorizza le sinuosità morbide e diafane della fanciulla, nonchè la sua elaborata acconciatura; dai due cuscini dalle decorazioni orientalegianti, alle lenzuola sgualcite.
Un quadro sensuale, dove a prevalere – oltre ai due protagonisti nudi, in pose manieriste – è la tonalità del rosso, simbolo della passione, dell’amore fisico che brucia e che può annientare..: non è un caso che Ferdinando aveva lasciato il titolo cardinalizio per contrarre matrimonio con Cristina…Di certo, dunque, un quadro epitalamico, espressione della raffinata cultura della corte medicea, nonchè esempio della maestria tecnica di un maturo Jacopo Zucchi, curatore maniacale dei dettagli (fiori, tessuti, gioielli), nonchè abile nel saper creare l’effetto di colori smaltati.
Da buon toscano, Zucchi dipinge anche un omaggio al grande Michelangelo: Amore non è raffigurato convenzionalmente come un putto (vedi gli affreschi di Raffaello nella Loggia in Villa Farnesina dipinti nel 1518), bensì come un uomo nella sua massima espressione fisica. Nel fondo, poi, si intravede una scultura (una tomba?) che ricorda l’allegoria della “Notte” (alias fecondità) sempre di Michelangelo… .
Solamente visitando la splendida Galleria Borghese, tra i capolavori di Bernini, Caravaggio, Tiziano, Botticelli, Raffaello, Lotto (solo per citarne alcuni)…si può ammirare, apprezzare e comprendere una tela così semplicemente ed artificiosamente bella di questo artista manierista, perchè l‘arte è celare l’arte.
Volutamente non ho trattato del motivo per cui Psyche tiene, nella sua mano destra, una lama affilata: quando saremo in Galleria Borghese, il mistero sarà svelato! TO BE CONTINUED… .
Tale meraviglia, assieme a tutta la collezione all’interno della Galleria Borghese, può essere ammirata in uno dei miei seguenti tour:
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